- raccontato da Di Porto Giuseppe | 1923
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Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Verso la fine del 1944 il morale si erano un po0 risollevato perché si era saputo che gli americani erano sbarcati in Francia e i russi avanzavano in Polonia, e i tedeschi stavano subendo gravissime perdite. La fame era tantissima fino a spingere Giuseppe la notte che non c’era luna, che non pioveva, che non c’era la neve, ad andare nella baracca dei maiali a frugare tra il cibo, anche se era sporco di muffa o escrementi. Il 18 gennaio del 1945 il campo venne evacuato. Nel primo gruppo erano in 15mila; si diressero a piedi verso l’interno della Germania. Era la marcia della morte, la maggior parte morì, ne arrivarono solo 2000, avevano viaggiato senza cibo e senza acqua. Giuseppe era nel secondo gruppo, 3000 persone circa, che partì subito dopo. Giuseppe ogni tanto sentiva colpi di rivoltella e non capiva di cosa si trattasse. Durante la marcia ad un certo punto la colonna si è addentrata in un bosco. Si sono fermati in una radura, Giuseppe vide che i tedeschi caricavano le armi, hanno cominciato a sparare e lì Giuseppe è scappato.
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